L’imballaggio olistico
Ripensare il packaging come parte di un sistema complesso, aggiungendo alle molteplici funzionalità nuove strategie volte a salvaguardare l’ambiente in un approccio globale.
Sotto attacco da più parti, quale principale imputato dell’inquinamento da materie plastiche, il packaging polimerico ha elaborato negli ultimi anni più sistemi per fronteggiare il problema. Procedendo sulle molteplici strade della strategia ‘Riduci-Riusa-Ricicla’, ha messo a punto soluzioni variamente efficienti, capaci di migliorare la sostenibilità degli imballaggi, senza perdere di efficacia nella conservazione e fruizione del prodotto. Anzi, aggiungendo alla comunicazione il messaggio ‘green’, sempre più apprezzato e ricercato dai consumatori.
Oggi non è più sufficiente pensare il packaging in quanto tale: è indispensabile vederlo come un sistema complesso, parte integrante di una soluzione a 360°.
DOPPIAMENTE VIRTUOSI
Una metodologia a più livelli ecosostenibile è quella di recuperare e riciclare i rifiuti plastici, trasformandoli in materia prima seconda: in tal modo, si sottraggono sostanze da smaltire e non si consumano ulteriori risorse. Plastic Bank, che ne ha fatto un business realizzando ecosistemi di riciclaggio in paesi in via di sviluppo, definisce Social Plastic i materiali ottenuti dalla rilavorazione dei rifiuti polimerici recuperati dall’oceano e reimmessi nella catena di fornitura, dove acquistano valore. Disponibili come PET e polietilene a bassa e alta densità (LDPE e HDPE), rientrano nella filiera sotto forma di granuli, fiocchi o balle. Il marchio Dial ha scelto di usarli per i propri imballaggi, collaborando con TerraCycle per offrire ai consumatori l’opportunità di riciclare anche i componenti del packaging non conferibili nei normali circuiti di raccolta. Ne è un esempio il kit ideato da Henkel per il sapone per le mani Dial Foaming, composto da un flacone e tre pacchetti di ricarica concentrata da diluire in acqua fino ad arrivare a più di 2 litri (0,75 oz). Dial afferma che ogni bustina permette di usare il 95% di plastica in meno rispetto ai sistemi monouso e riduce le emissioni per il trasporto di circa l’85%.
A volte il termine ‘negativo’ può avere un valore… positivo. ZenWTR, che distribuisce la propria acqua alcalina in bottiglie realizzate al 100% in materia plastica riciclata certificata come proveniente dagli oceani, ha dichiarato di essere il primo marchio di bevande al mondo ad aver ricevuto da Plastic Credit Exchange (PCX) la Plastic Negative Brand Certification. Oltre a procurarsi la materia plastica dagli ambienti costieri di Indonesia, Thailandia ed Ecuador, ZenWTR supporta programmi di riciclaggio locali attraverso la partnership con PCX. Uno di questi incentiva a trasformare i negozi in punti di raccolta per i rifiuti plastici post-consumo, pagando in contanti i raccoglitori locali in cambio di plastica recuperata che viene poi venduta agli impianti di riciclaggio locali.
Utilizzando un processo di riciclo avanzato per convertire i rifiuti plastici in materia prima, LyondellBasell ha sviluppato i polimeri Circulen- Revive, che soddisfano i severi requisiti dell’industria alimentare. Con il supporto di Greiner Packaging, verranno utilizzati per realizzare capsule per il caffè Nescafé Dolce Gusto di Nestlé. “Questa avanzata tecnologia di riciclo può utilizzare plastica mista usata, che consente di reinserire nella catena del valore volumi maggiori di rifiuti plastici che sarebbero altrimenti destinati al recupero energetico o alla discarica. – afferma Richard Roudeix, LyondellBasell Senior Vice President Olefins and Polyolefins per Europa, Medio Oriente, Africa e India – Allo stesso tempo, questi polimeri hanno le stesse caratteristiche e l’elevata qualità dei materiali di origine fossile”.
ALLA… RICARICA!
Se il vuoto a rendere, seppure virtuoso, è poco pratico e quindi utilizzato solo dai più convinti sostenitori dell’ambiente, i sistemi di ricarica basati sulle buste hanno trovato ampio consenso da parte del mercato, evolvendosi in differenti proposte. Tra le più recenti, quella sviluppata in collaborazione da Mondi e Henkel vede combinare una pompa-dispenser riutilizzabile più volte ad una pouch flessibile, ma dotata di un robusto fondo adatto a tenerla in piedi sullo scaffale. Il diametro e la filettatura dell’erogatore permettono ai consumatori di riutilizzare le bottiglie di plastica come contenitori ririempibili per il sapone per i piatti Pril di Henkel, distribuito nelle pratiche e leggere buste di Mondi, il cui design sagomato facilita il completo svuotamento. Secondo il produttore, questa confezione riduce la quantità di materia plastica del 70% ogni volta che sostituisce i flaconi rigidi ed è facilmente riciclabile, essendo monomateriale.
Per la propria linea di saponi per il corpo Dove propone un kit in due varianti: una con flacone in HDPE riciclato al 100% e l’altra con bottiglia in alluminio, entrambe accompagnate da ricariche di sapone concentrato in buste di HDPE provviste di tappo a connessione rapida che facilita l’avvitamento al contenitore e il processo di riempimento. Un ‘clic’ avvisa che l’unione è salda e si può iniziare a svuotare la ricarica nel flacone principale, si aggiunge acqua e il gioco è fatto. I contenitori in HDPE presentano in più una striscia traslucida che consente di vedere quanto sapone è rimasto e a fine vita sono nuovamente riciclabili. Oltre ad essere vantaggioso per l’ambiente, il sistema della ricarica è uno strategico mezzo per fidelizzare i clienti. Il produttore di integratori Swisse Wellness ha scelto di sottolineare la sostenibilità degli ingredienti della nuova linea Swisse Earth dando in omaggio ai nuovi iscritti un vasetto da 200ml della Sulapac Nordic Collection di Quadpack. Questo contenitore è stampato a iniezione in Sulapac, un polimero al 100% a base bio che non rilascia microplastiche, disponibile in diverse varianti di colore. Funzionale, esteticamente coerente con l’immagine di alta qualità del marchio e con impatto minimo sull’ambiente, il vasetto può essere conservato e ririempito.
IL RICICLO È PIÙ FACILE
Grazie all’emergere di nuove tecnologie, la possibilità di produrre imballaggi, anche per alimenti, con materiale riciclato è sempre più ampia, tuttavia prevede numerosi processi, non sempre agevoli ed economici. Un passaggio obbligato per le bottiglie è quello di rimuovere le etichette. Per evitare questo step si stanno progettando diversi imballaggi ‘nudi’, come quello recentemente ingegnerizzato da Sipa per un’acqua di Danone. La realizzazione di speciali stampi a 12 cavità per stiro-soffiaggio ha permesso di creare una bottiglia senza etichette in r-PET post-consumo nuovamente riciclabile, dove le informazioni e la grafica sono direttamente impresse sul corpo attraverso una sofisticata alternanza di rilievi e incavi.
A ciò si aggiunge la particolare sagoma della bottiglia che permette di risparmiare spazio sul pallet e, di conseguenza, denaro in fase di trasporto e gestione.
Per chi non vuole rinunciare alle innegabili potenzialità di differenziazione offerte dalle etichette il Technology Innovation Center Innotech di Emsur ha messo a punto i termoretraibili Ecoem-Full PET Sleeves, una combinazione di film a base di PET e inchiostri lavabili che possono essere miscelati e riciclati con le bottiglie in PET senza residui o interruzioni del processo di asciugatura e decontaminazione. Questa sleeve può essere fabbricata con materiale riciclato post-consumo e ha la certificazione APR per gli inchiostri lavabili, prevenendo lo scolorimento delle scaglie delle bottiglie in PET riciclate.
L.C.